Published On: 12/09/2014Categorie: Blog, I reportage - Tango nel mondo

di Davide D’Angelo

In milonga ad Amburgo.
Una delle cose belle del mio lavoro è che mi permette di viaggiare, e io da gran paraculo cerco di scegliere le mete più interessanti…

Stavolta la destinazione è Amburgo e per massima fortuna il mio talk alla conferenza è il primo giorno. Risultato: una bella settimana per godermi una città sconosciuta e il piacere, forse più maschile, di andare in milonga senza conoscere nessuno. http://tangokalender-hamburg.de/. Non mi serve altro.

Davide D'Angelo, appassionato di tango e inviato nelle peggiori milonghe del mondo.

Davide D’Angelo, appassionato di tango e inviato nelle peggiori milonghe del mondo.

LUNEDÌ, LO SCAMBIO RUOLI
Il lunedì è una serata tranquilla, trovo una matinée al Cafè Seeterrassen, al centro di un parco. Arrivo tutto agghindato dal mio talk che la serata è già verso la fine e stanno chiudendo la pista fuori. L’età media è abbastanza spinta, ma dentro l’ambiente è informale e accogliente. Si balla davanti al bancone e per 4 euro, birra compresa, va più che bene. Quella che sa ballare qui è una ragazzetta carina coi dreads fino alla vita e un bellissimo sorriso, che si allena anche a ballare da uomo. Le coppie di donne, di uomini o anche miste che si allenano scambiandosi i ruoli sono una costante delle milonghe di Amburgo che vedrò anche nei giorni successivi.

Lucia è davvero brava e quando gira disegna ampi cerchi in aria coi lunghi capelli.  La ritroverò altre due volte nel corso della settimana; con lei sempre bellissime tande.

DA BREGOVIC A DE ANDRÉ, PASSANDO PER I TEDESCHI
In questa milonga, al classico si alternano brani per me difficili da interpretare, uno di flamenco, due di De Andrè, Bregovic e anche qualcosa cantato in tedesco. Faccio felice una signora di cent’anni con una mano rotta che mi chiede di tenerle delicatamente il polso. A fine serata, mentre mi sto cambiando le scarpe, mi saltella davanti una donna sulla quarantina che vuole ballare con me il brano della buonanotte, mentre la gente si avvia all’uscita. Resto sempre basito quando una donna mi invita. Inizialmente declino, visto che il brano non sembra proprio ballabile, ma lei appare così delusa che non ce la faccio. Lo improvvisiamo come milonga e viene fuori qualcosa di divertente. Alla fine Angelika e il suo amico Wolfram mi accompagnano al mio albergo con una spider (!).

Alla conferenza conosco una coppia di ragazzi di Perugia che fanno il dottorato a Monaco e mentre parliamo di lavoro vedo lui che fa due ruli e incrocia dietro. Tangueri sgamati subito! Ho trovato pure compagnia per la settimana.

UNIVERSO TANGO, LA MILONGA PIÙ BELLA DI AMBURGO

Universo Tango, milonga di Amburgo

Universo Tango, milonga di Amburgo

Il Martedì approdo in quella che si rivelerà la milonga più bella di Amburgo, fin dalla location. Siamo nel quartiere di Sternshanze, la zona più a-la-Berlino, sgrausa e culturale, né pettinata come il ricco centro, né devasto puro come il famigerato quartiere a luci rosse di St. Pauli. L’entrata di Universo Tango bisogna scovarla, entrando nel cortile di un palazzo e scendendo una scaletta palesemente non a norma. L’ambiente è perfetto: parquet consunto, travi di ferro a vista, ventilatori d’epoca, le luci azzeccatissime, pochi tavolini e un bancone che esce direttamente dalla cucina pieno di stuzzichini. Il titolare è un argentino, Alejandro, magnificamente paraculo come solo i tangueri argentini (e siciliani) sanno essere. In italiano, mi dice che conosce Alberto Colombo e che ha ballato nove anni con Alessandra Rizzotto. Sarà vero? La musica del DJ resident è strepitosa, una selezione di classico non scontata e perfetta per la pista. Il livello è variegato, ma la pista è ordinata e c’è molto rispetto. Anche se la più brava mi nega una tanda, non mi mancano le soddisfazioni. In Germania in milonga ci si dà del Lei, ma a parte questo non ho trovato riscontri della proverbiale freddezza dei tedeschi, né nell’abbraccio, né nelle chiacchiere a fine tanda.

E DA MEZZANOTTE IN POI STOP ALLE CORTINE!
Il Giovedì coi miei compagnucci della conferenza andiamo in un’altra bella milonga, Tango Matrix, anche questa imbucata nel cortile di un palazzo in una zona residenziale e anche questa con l’ambiente giusto. Purtroppo qui il DJ non ne azzecca una: tande male assortite e il peggior nuevo. Siamo pigiatissimi , c’è un caldo pazzesco e manca un buco dove sistemarsi. Fortuna che anche qui c’è il benedetto guardaroba dove ci si cambia pure le scarpe. Faccio fatica ad invitare, sembrano conoscersi un po’ tutti.  Un tipo coi ricci che mi sembra di capire sia il fratello del gestore compie gli anni: luci spente, torta con le candeline, happy birthday to you e ronda. In due poi mi faranno gli auguri scambiandomi per lui: forse non si conoscono poi tutti come pensavo…

La cosa fastidiosissima di tutte le milonghe è che dopo una certa ora sopprimono le cortine e trovare una ballerina diventa un’impresa, visto che generalmente ci sono più uomini che donne.

BALLARE NEL QUARTIERE A LUCI ROSSE
Il venerdi c’e’ “La Yumba”. Kastanienallee è a St. Pauli a due passi da Reperbahn, dagli spettacoli a luci rosse, dalle donne in vetrina, dalle prostitute vestite da scolarette, dai fiumi di ubriachi, dal casino più totale. Mi aspetto quindi un posto informale, invece è il top del classico. Sala grande, soffitto altissimo, carta da parati verdina, lampadari di cristallo, luce piatta, pavimento di marmo. Sembra una sala da the più che una milonga, ma ha il suo perché. La selezione di classico non è male e il livello di ballo pure. A parte la solita maestrina che mi snobba riesco a togliermi delle belle soddisfazioni. Ma c’è cordialità e mi invita a ballare una alta come un lampione.  L’ultima tanda è con una sempre impegnata che avevo lumato da tutta la sera. E’ molto brava anche se ha i piedi cotti e si scusa spesso di qualche errorino. Poi mi fa: “Tu non sei di qui vero?” Non avevo aperto bocca quindi non poteva avermi sgamato dal tedesco sgangherato. “Come lo sai?” – “Io ballo molto e uno come te non mi sarebbe sfuggito di certo”. Recupero l’ego che svulazza sul soffitto e me ne vado a cuccia.

QUANDO L’ARTISTA ACCETTA L’INVITO
Sabato è di nuovo Universo Tango. C’e’ un mini-festival: hanno una coppia argentina che ha fatto lezione nel pomeriggio e che si esibisce stasera. C’è pienone e un livello da paura. Alejandro gongola soddisfatto e sembra felice di rivedermi. La musica è di nuovo spettacolare e, nonostante la folla, la pista scorre comunque bene. L’esibizione di Pedro Ochoa e Natalia Almada è deliziosa. Un tango salon sobrio, intenso, delicatissimo e il pubblico li acclama per un quarto e poi per un quinto brano. Trasmettono cordialità oltre che tango. Così dopo aver incassato un discreto numero di no da quelle che erano lì solo per ballare coi maestri, vado ad invitare Natalia. Accetta con un sorriso timido. Non mi ero reso conto di quanto fosse piccola guardandola. Tra le mie braccia è un corpicino minuscolo leggerissimo ancora fasciato nel vestito sbriluccicoso dell’esibizione. All’inizio sono molto cauto, ma nel giro di poco sento che facciamo clic. La musica di Fresedo mi lascia ampi spazi per respirare e godermi la meraviglia di quell’abbraccio. Quattro tanghi, quattro magie, dall’inizio alla fine. La riaccompagno al tavolo dei maestri, trattenedomi dal fare le linguacce a quelle che mi avevano snobbato poco prima, e le dico in uno spagnolo maccheronico che è stato un grande onore, ma lei ribatte che l’onore è stato suo. Pura cortesia sicuramente, ma sembra sincera e mi emoziona, di nuovo.

La domenica c’è spazio per una matinée defaticante da Tango-Schokolade, vicino alla stazione centrale, giusto sopra un centro di preghiera musulmana. Poca gente, ma Mauricio l’argentino che organizza mi offre subito una tanda di benvenuto con la sua compagna Claudia. La serata è gia piazzata, il resto è un po’ di pratica. Perfetto, prima del ritorno a casa. Domani è un’altra milonga.

2 Comments

  1. marquito 12/09/2014 at 12:08

    complimenti . Un reportage leggero e essenziale di una settimana vissuta alla scoperta del tango in una nuova città. Dovresti fare un sito per raccogliere queste tue esperienze…
    Quando si va in una città o provincia sconosciuta è sempre meglio documentarsi per non perdere tempo nelle milonghe sbagliate .
    Mandami una mail se decidi di fare un sito apposta,
    Marquito

  2. solamentemarco@gmail.com 12/09/2014 at 16:09

    Ciao Marquito, grazie per i complimenti. Il reportage di Davide è davvero godibile. E il nostro progetto è proprio quello di costruire un sito per raccogliere le diverse esperienze degli appassionati di tango che vanno in giro per le milonghe d’Italia e del mondo. Non solo una guida pratica alle milonghe cittadine ma un vero e proprio “assaggio” di costume e sociologico delle modo di ballare tango locale. Siamo aperti a tutti coloro vogliano dare il proprio contributo. Marco D’Auria.

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