Tangere
Il tocco del tango. Pubblichiamo in anteprima un primo stralcio delle bozze del libro di Monica Fabris in lavorazione con il titolo provvisorio “Nella rete del tango”…
Monica, filosofa e sociologa, presidente e socio unico dell’Istituto di ricerca “Episteme”, balla il tango e frequenta le milonghe (e i maestri) di mezzo mondo. E lo studia con la curiosità e la passione di chi lo ama.
La rivoluzione digitale non ha oscurato il fascino della materia, delle cose e soprattutto dei corpi: una milonga su Second Life non soddisferà mai le brame del popolo dei tangueri, una rete, una comunità, una tribù che segue una prima regola base: toccare.
Il tango è prima di tutto un modo di riappropriarsi di un senso tanto fondamentale quanto spesso represso. Il tocco del tango è il tocco profondo del corpo che attraversa gli strati dell’epidermide, il tessuto muscolare, per arrivare al cuore e all’anima. È il tocco che scorre sulle note della musica e percorre le superfici della carne, delle braccia delle spalle e delle gambe. È stretta, carezza, palpeggiamento, spinta. È tutto ciò che la civilizzazione ha esorcizzato nei secoli fino a ridurre l’incontro tra due esseri umani a una stretta di mano completamente asettica, residuo di un ‘contatto’ più ricco, vario e dinamico che le regole della convivenza hanno interdetto.
Il ballo mette in comunicazione-contatto due individui di sesso opposto seguendo il percorso inverso di quello codificato dalle regole sociali: prima il linguaggio dei corpi, poi quello delle parole, mediato dai vincoli inibitori della nostra psiche.
La riappropriazione non è solo percettiva, è una rivoluzione antropologica per cui a partire da uno spunto nato, forse, in una precisa fase storica in Argentina, si è evoluto in un orizzonte spazio-temporale completamente diverso per divenire terreno universale.
È il riemergere di una dimensione primitiva, antecedente alla cultura, un antidoto all’approccio mentale, cerebrale, intellettuale che permea i rapporti umani del nostro tempo.
Tangere diviene conoscere, ribaltando la prospettiva greca su cui si fonda l’approccio occidentale della conoscenza a partire dalla vista, come tutte le metafore della filosofia sottolineano, anteponendo uno sguardo idealista anche nelle forme di pensiero più empiriche.
Per questo il tocco del tango è il tocco di tutti i tocchi, la carezza tenera della mamma, la pacca benevola del padre, la botta giocosa del fratello, l’abbraccio eccitato dell’amante.
Ma, soprattutto, il tocco del tango è l’incipit di un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, dall’odorato, all’udito, alla vista stessa.