Published On: 29/04/2017Categorie: Le interviste

di Alice Gaini e Andrea Bassi.
direttori artistici di Milano tango e culture.

Il tango è davvero solo “Un pensiero triste che si balla”, come nella definizione più nota? Non proprio.  Perché al di là della rosa in bocca, del casquet e dei luoghi comuni, il tango è anche, e forse soprattutto, gioia, leggerezza e giocoleria. L’esempio vivente? Diego Amorin e Cecilia Capello. Due fuoriclasse con un quel look un po’ ammiccante e un po’ retrò.  A Milano per tre straordinari stage a numero chiuso, anche per professionisti, da non perdere!

La prima volta che li abbiamo visti in un’esibizione, a Buenos Aires, ci ha colpito la loro allegra espressività, la fantasia, l’ironia unita a una tecnica ricca e stilosa.

Ecco perché per gioco abbiamo iniziato a chiamarli – quando non sapevamo che fossero già  due grandi e stimati ballerini – “la coppia swing del tango”.

A casa di Diego e Cecilia, a Buenos Aires, incontri tanti artisti come loro, giovani appassionati di tango. Sarà la laurea in antropologia di Diego, saranno stati gli studi di teatro ed il sorriso accattivante di Cecilia, ma ci si trova tutti lì, a bere mate (la bevanda nazionale argentina) e ragionare di tango e filosofia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fu una di quelle sera che nacque l’idea del primo spettacolo teatrale: Evasion. Diretto, prodotto e interpretato con Fernando Sanchez e Ariadna Naveira, Martín Maldonado e Maurizio Ghella. Fu un successo. Il primo. Con repliche nella capitale mondiale del tango, Buenos Aires, e in Europa.

L’intera nuova generazione di maestri e ballerini di Buenos Aires li stima e ne riconosce il talento. Ballano da quando erano ragazzi ( lei a 5 anni è stata una delle allieve più giovani della coppia Gustavo Naveira – Olga Besio). E’ stata scelta come partner da Pablo Veron nello spettacolo del 2011 in piazza dell’Obelisco a Buenos Aires, e poi come coppia protagonista dell’ultimo show della mitica Natalia Hills.

Perché ci piacciono così tanto? Sono profondi conoscitori del tango, innanzitutto. Ma anche molto concreti. Hanno approfondito, per oltre vent’anni, lo studio del tango attraverso i viejos milongueros ma anche con il confronto quotidiano con i ballerini che trasudano tango  – magari attraverso una semplice mirada – nelle milonghe della città.

Per loro, una sola, semplice, domanda.

Cecilia e Diego, i principianti chiedono: come imparare il tango senza perdere troppo tempo?

“E perché bisogna imparare in fretta? Il tango lo gusti come un calice di ottimo vino. Sorseggiandolo pian piano. Lo assapori sperando che non finisca troppo presto.  Altrimenti te lo godrai per troppo poco”.

Per informazioni sullo stage a Milano, scrivi a info@milanotango.com

 


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